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Ruggero Eugeni e Mariagrazia Fanchi: “Ottanta lettere a Francesco Casetti”

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Ottanta lettere a Francesco Casetti

È uscita da pochi giorni la miscellanea in onore del Maestro che compie settant’anni

Francesco Casetti

Un’occasione, la miscellanea per i settant’anni di Francesco Casetti, a lungo docente di Filmologia alla Cattolica di Milano, per rievocare il suo percorso di studi. Un’occasione per sentire dalla voce dei curatori del libro, Ruggero Eugeni e Mariagrazia Fanchi, il perché di questo volume. E poi, lettere, più di ottanta, e non solo di studiosi, che cominciano con Caro Francesco, Cher Francesco, Dear Francesco, per rievocare momenti trascorsi con il Maestro, anche in polemica, anche in momenti non ufficiali.

Questi i tratti salienti della conversazione a due voci avuta con Eugeni e Fanchi, rispettivamente ordinario di Semiotica dei Media e professore associato di Media Studies and Cultural History sempre alla Cattolica, su questo testo. Si tratta di La galassia Casetti. Lettere di amicizia, stima, provocazione, edito da Vita e Pensiero ed uscito in libreria pochi giorni fa.

Com’è strutturato La galassia Casetti, dedicato ai settant’anni del professore, che dal 2013 insegna a Yale?

Eugeni e Fanchi. Il libro ha adottato una formula anomala rispetto ai volumi in onore di qualcuno. Siamo partiti da un antecedente celebre di Barthes, la lettera ad Antonioni che il semiologo aveva pubblicato nei Cahiers nel maggio del 1980. Abbiamo quindi pensato di proporre alle persone che nel corso degli anni avevano avuto contatti con Casetti (ci sono anche attori, registi) di scrivergli delle lettere, che potevano essere di stima, di affetto, ma anche di provocazione, intorno ai temi da lui studiati, il film e in genere i media audiovisivi. Ci sono anche lettere che partono da chiacchierate informali, intorno ad un tavolo, su un treno, prima di un convegno, per un totale di oltre ottanta contributi.

In un contributo al libro Gianni Canova ha scritto che Casetti ha saputo infilare le mani anche “nella merda”, cioè anche essere un organizzatore di cultura, oltre che un accademico. È d’accordo con quanto da lui affermato?

Eugeni. Assolutamente sì. Francesco ha saputo sempre contemperare tre ordini di ragioni, e ritrovarle tutte in una sola persona è molto difficile. Si è infatti cimentato nella ricerca accademica, nella politica accademica e anche nella politica culturale, quella, appunto, con cui “ci si sporca”.

Qual è stato il suo percorso accademico?

Eugeni. Francesco ancora oggi è un ricercatore che esplora sempre nuovi territori. È partito da un interesse per la semiotica del cinema, poi lo ha allargato anche alla sociologia dei consumi cinematografici e televisivi. Inoltre si è occupato in chiave di storia culturale di storia del cinema, e recentemente di quella dispersione del cinema all’interno di tanti luoghi dei media contemporanei, che lui, nel suo libro La galassia Lumière, del 2015, a cui il titolo della nostra miscellanea si rifà, ha chiamato rilocazione.

Sempre Francesco ha fatto anche politica accademica nel senso più alto, cioè ha plasmato con altri colleghi la comunità di studiosi italiani di cinema, facendo dialogare le due anime della comunità, quella dei teorici, e poi quella degli storici e dei critici. In questo modo ha implementato in Italia una ricerca sul cinema che è una delle più rilevanti d’Europa e forse del mondo.

Infine, è stato anche, terzo punto, organizzatore culturale, quindi un animatore di dibattiti e di rassegne.

Fanchi. Gli anni (1970/74) in cui, come allievo di Bettetini, frequenta la scuola di specializzazione, suo futuro ingresso alla Cattolica, sono quelli dove c’è la TV dei professori. Bettetini è un regista Rai, quindi Casetti da subito intreccia la sua attività di studioso di teorie del cinema e poi della filmologia con delle domande molto operative, cioè se quello che si sta apprendendo sul funzionamento del linguaggio filmico possa essere usato per progettare dei programmi televisivi che comunichino messaggi di valore.

Io mi occupo di audience e per questo mi sono incontrata con Francesco, che alla fine degli anni ‘80 cominciò a studiare anche questo tema.

La prima opera significativa di Casetti è Teorie del cinema dal dopoguerra ad oggi, pubblicato nel 1978 da L’Espresso Strumenti e poi varie volte rimaneggiato…

Eugeni. Il testo nasce come libro per L’Espresso, e poi diventa il manuale di riferimento direi mondiale sull’analisi del film perché è il primo libro che cerca di sistematizzare la teoria del cinema a livello internazionale, in particolare dal secondo dopoguerra ad oggi. Esce poi ampliato nel 1993 per Bompiani con il titolo Teorie del cinema, 1945 – 1966, e vede traduzioni in francese e in inglese: quest’ultima edizione contiene ulteriori rimaneggiamenti rispetto alla versione italiana.

Che ruolo hanno lavori come Analisi del film e Analisi della televisione, scritti a due mani nel 1990 e nel 1997 con Federico di Chio che poi si è mosso fuori dall’Accademia per lavorare a Mediaset?

Fanchi. Analisi del film, così come Analisi della televisione, vengono chiamati manuali, ma in realtà non lo sono. Analisi del film è soprattutto uno stato dell’arte, in quanto non insegna a analizzare un testo filmico, ma mette a disposizione tutte le categorie possibili dalle quali si può indagare un aspetto o più aspetti di esso. Perché Federico di Chio? Perché quest’ultimo si laurea con Casetti ma quasi subito poi lascia l’accademia, fa il Master di Publitalia ’80 ed entra a lavorare a Mediaset alla fine degli anni Ottanta, quando questa stava aprendo il suo ufficio ricerche allora diretto da Gianni Pilo. Analisi del film è un successo editoriale strepitoso, continua a vendere, è l’unico testo che raccolga in modo sistematico tutti i modelli possibili di analisi del testo audiovisivo, partendo da quelli più semplici via via a salire fino a modelli di lettura del testo filmico più sofisticati.

Visto il grande successo di Analisi del film, sempre con di Chio, a distanza di qualche anno Francesco ha deciso di scrivere Analisi della televisione. È un altro grande successo, in quanto sono gli anni in cui il marketing televisivo si consolida in Italia soprattutto grazie al lavoro fatto da Mediaset perché a sperimentare nuove forme di analisi dei prodotti televisivi sono soprattutto, e spesso capita fuori dall’Italia, le aziende private. Oltretutto alla prima metà degli anni ‘90 c’è una proliferazione enorme di libri e strumenti, che adesso sembrano archeologia. Analisi della televisione è un altro enorme successo perché funziona esattamente come il primo: fa una disamina di tutti gli strumenti usati per analizzare i prodotti televisivi, da quelli più tradizionali come la content analysis a quelli più sofisticati come le psicografie, le etnografie, le interviste, tutti strumenti iperqualitativi.

Negli ultimi libri, come La galassia Lumière, Casetti ha sostenuto che, al di là dei dispositivi su cui è trasmesso, il cinema rimane cinema, anche frantumandosi, appunto, in una galassia…

Eugeni. Francesco è convinto che l’assemblaggio cinema sia così potente da resistere a molte rilocazioni, cioè a molte riattivazioni in situazioni assai diverse dalla sala cinematografica. Per esempio da un lato il cinema è presente nel macro, come nei megaschermi delle stazioni, dall’altra parte resiste nel micro, nei telefonini, nei tablet, ecc.. Questa è la sua idea, naturalmente provocatoria e non accettata da tutti. In proposito c’è stato un grosso dibattito in Francia negli anni scorsi: per esempio Raymond Bellour, nel suo contributo a La galassia Casetti, ha sottolineato come Francesco sbagli, nel senso che il film quando viene rilocato diventa altro, perde le sua cinematograficità.

Sempre negli ultimi libri, come La galassia Lumière, Casetti afferma il valore culturale del film in aperta polemica con McLuhan secondo il quale la valenza tecnologica del mezzo condiziona anche il messaggio…

Eugeni. Francesco tiene conto dell’evoluzione degli studi mediologici dopo McLuhan che hanno sottolineato come questo, ma soprattutto i suoi continuatori, siano incorsi in un errore noto come determinismo tecnologico (si pensa cioè che la tecnologia decida delle sorti di un medium). In realtà ciò che emerge con chiarezza dagli studi successivi è che l’infrastruttura tecnologica entra in negoziazione con altri fattori come le pratiche sociali, e quindi costituisce, secondo Casetti, degli assemblaggi, cioè delle aggregazioni di elementi eterogenei che sono sì tecnologici ma anche sociali, culturali e immaginari.

Fanchi. In realtà non c’è contrasto tra quello che pensa Casetti e quello che pensa McLuhan, il punto è cosa essi intendono per medium. McLuhan scrive molti anni fa, quindi l’idea che il medium fosse il dispositivo, cioè la tecnologia, era un’idea diffusa, adesso quella più corretta è il concetto di medium ambientale, di medium come interfaccia. Si pensa cioè che questo non sia solo tecnologia, ma anche l’insieme delle relazioni che la tecnologia sviluppa con un contesto. Si deve appunto verificare dove essa è allocata, la relazione che sviluppa con altre tecnologie vicine, come per esempio il cinema costruisce la propria identità confrontandosi con la televisione, i media digitali, la rete, ecc. e, contemporaneamente, la rete di relazioni tra quella tecnologia, l’ambiente in cui è presente e coloro che lo abitano, che sono soggetti umani o addirittura non umani. Questa idea di medium è una posizione molto vicina al dibattito interno alla videoarte e più in generale all’estetica.

Casetti si è mai interessato di cinematografie non occidentali come per esempio quella indiana?

Eugeni. Il cinema di riferimento di Francesco è quello americano classico e il cinema moderno americano dei Cassavetes, dei Coppola, eccetera e, ovviamente, la cinematografia della Nouvelle Vague: questo spiega il fatto che le altre le conosce ma gli piacciono meno.

Fanchi. Forse ha scritto qualcosa, ma non se ne è mai occupato anche perché nei dipartimenti un po’ per cortesia accademica, un po’ per economia di scala, se c’è un collega che si occupa di un certo oggetto, l’altro cerca di non fare altrettanto proprio per sviluppare più competenze.

 

MARIA GRAZIA FALÀ

Link correlati > https://francescocasetti.com/ 

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