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Ibridazione di saperi e nuove professionalità – Ruggero Eugeni

 

Ibridazione di saperi e nuove professionalità

Un Libro Bianco a cura di Ruggero Eugeni spiega le competenze per i comunicatori del presente

 

Prof. Ruggero Eugeni

Ibridazione delle proprie competenze, giornalismo come attività che fornisce contenuti di qualità su più piattaforme e acquisizione di nuove professionalità come quella del social media manager. Sono questi i requisiti (e i consigli) per chi vuole affrontare le nuove occupazioni della comunicazione (desueta, quella del giornalista classico e del pubblicitario). Ce ne ha parlato Ruggero Eugeni, professore ordinario di Semiotica dei media alla Cattolica di Milano, a margine della presentazione, avvenuta ieri, sempre in Cattolica, di un libro da lui curato insieme a Nicoletta Vittadini che uscirà ad aprile.

Qual è, in sintesi, il contenuto del suo Le professioni della comunicazione 2017. Il Libro Bianco. Una guida per studenti, professori e formatori, edito da Franco Angeli?

Il testo è anche rivolto agli alunni delle superiori che vogliono formarsi per lavorare nella comunicazione. La giornata di ieri in cui l’abbiamo presentato era invece dedicata a studenti delle lauree triennali e magistrali.

Io dirigo l’ALMED (Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo) dell’Università Cattolica, e da alcuni anni con dei collaboratori faccio delle indagini sul mercato del lavoro della comunicazione per cercare di capire come mutano queste professioni. In questo modo, possiamo cambiare anche i programmi didattici dei nostri master, che sono di primo livello, per avere dei profili di uscita sempre aggiornati.

Quanto al nostro libro, quest’anno abbiamo deciso, avendo fatto delle ricerche particolarmente complesse, di fare un piccolo sforzo in più e di costruire una vera e propria mappa delle nuove professioni della comunicazione, ma non del futuro, bensì del presente. Questo perché ci siamo accorti che noi possiamo fare tanti lavori di esplorazione su come funziona il mercato delle professioni della comunicazione. Tuttavia, se non lo sanno gli studenti, questo è inutile, perché essi sono potenziali clienti in quanto a loro offriamo i nostri master. Essi ancora hanno idee vecchie, stantie sul mondo della comunicazione, vogliono fare i giornalisti, i pubblicitari, tutte professioni che stanno scomparendo. Quindi ci interessava dare uno strumento di orientamento aggiornato, che cioè facesse capire ai nostri potenziali studenti o a chi si appresta a entrare in questo mondo, gli effettivi lavori per cui oggi si trova occupazione. Da qui è nata l’idea del Libro Bianco.

Attualmente trovare lavoro come giornalista è molto difficile…

Il lavoro del giornalista è passato su altri fronti, per esempio c’è il settore del branded content, cioè dei contenuti brandizzati, del social media manager, ecc., tutte professioni nuove perché il mondo della comunicazione è forse uno dei mondi che sta cambiando più rapidamente di altri.

Cosa significa branded content?

Sono quei contenuti prodotti da aziende che vogliono presentare i loro prodotti in modo legato ai contenuti di qualità. Per es. la BTicino ha prodotto una serie per il web molto raffinata, molto premiata: così, un’azienda che fa materiale elettrico ha prodotto una serie video di qualità cinematografica, senza fare sponsorizzazione diretta dei suoi prodotti.

In cosa consiste la figura del social media manager?

Il social media manager è colui che gestisce i social media per un’impresa, un’istituzione, ecc.. Questo lavoro sta sostituendo le media relation, nel senso che l’immagine di un’azienda passa sempre meno attraverso la comunicazione istituzionale con la stampa e sempre più attraverso la comunicazione diretta con i clienti finali.

Come si profilano le cosiddette nuove professioni come quelle collegate ai social media? Alcuni docenti universitari sostengono per esempio che la comunicazione politica passa sì, sui social media, ma arriva al grande pubblico solo tramite quelli vecchi come TV, radio e giornali. Non tutto, quindi, passerebbe solo attraverso la rete…

I media sono una realtà molto frammentata. È vero che una parte della comunicazione passa attraverso stampa e TV, ma ne passa una parte sempre meno importante anche nel caso della comunicazione politica. Se andiamo a vedere come i politici comunicano notiamo che stampa, radio e TV fanno la loro parte, soprattutto per raggiungere certi target, però è sempre più importante comunicare anche attraverso i social media (Twitter, Facebook, ecc.). Tutta la comunicazione, insomma, si sta riorganizzando. La TV, così come la radio e la stampa, non vengono meno, però si aggiungono nuovi media, che creano nuovi tipi di professionalità. Queste sono legate sia alla gestione di profili, di pagine, ecc., sia anche alla ottimizzazione dei siti per i motori di ricerca e infine anche alla capacità di leggere le cosiddette analytics, cioè i dati che ci dicono chi va a vedere un certo sito, una certa pagina, ecc.. Sono tutte competenze che vanno affinate e costruite in tutti i campi, compreso quello dell’entertainment perché ormai sempre di più uno spettacolo viene già pensato per essere declinato anche sui social media.

Allora il giornalista classico, quello della carta stampata per intenderci, come si dovrebbe riprogettare?

Il giornalista in senso tradizionale esisterà sempre meno. Esisterà il giornalista multimediale, cioè in grado di declinare la notizia su tutte le possibili piattaforme, e la sua sorte è legata alla capacità di diventare un fornitore di contenuti di alta qualità. Rispetto alla massa di contenuti che circolano sul web e che sono più o meno improvvisati e soprattutto poco controllati in termini di fonti, il giornalismo resiste, in questa maniera multimediale e intermediale, ibridata, come il fornitore di contenuti accertati, magari scomodi. Ecco che allora il giornalismo d’inchiesta, il giornalismo documentato, non solo può esistere all’interno della rete, ma diventa una merce interessante all’interno di questa.

Cos’è emerso, oltre alla presentazione del libro e agli interventi degli ospiti, nella giornata di ieri?

La giornata per presentare il libro è stata una giornata di orientamento rivolta agli studenti, e i consigli forniti sono stati abbastanza simili in tutte le aree, e cioè che oggi, per lavorare in questi settori, si deve avere una solida formazione di base, una grande passione e la conoscenza delle cose di cui ci si occupa. Infine, last but not least, è importante sempre di più imparare a lavorare in gruppo e ibridare le proprie competenze: anche gli umanisti devono saper leggere bilanci,  costruire dei budget, avere conoscenze informatiche.

MARIA GRAZIA FALÀ

Link correlato > http://ruggeroeugeni.com

 

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